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MARTA PORETTI INSIEME AD OXYBURN VINCE LA GRANDE CORSA BIANCA

Si è tenuta tra il 12 e il 14 febbraio scorso La Grande Corsa Bianca, 160km e 6000m di dislivello da percorrere in autosufficienza tra i parchi dello Stelvio e dell’Adamello, a piedi, in bici o sugli sci. Oxyburn era a fianco degli atleti impegnati in questa gara estrema e tra questi Marta Poretti, che ha scelto di affrontarla sugli sci arrivando prima donna, terza assoluta al traguardo.

Ecco il suo racconto:

La Grande Corsa Bianca è la mia gara! Lo scialpinismo è la mia passione, l’ultra distanza è quella che mi è più congeniale. Se poi ci metti condizioni non favorevoli in cui devi avere una certa abilità nel districarti tra neve, sassi, ghiaccio, terra in un continuo metti/togli di sci e pelli allora mi sento a mio agio!

L’esperienza nel “ravanare nella boschina” ha fatto la differenza.

Essenziale la scelta dell’attrezzatura e dello zaino, ero orgogliosa di come l’avevo fatto. Certo non era leggerissimo ma chi va in montagna è abituato a portare peso anche se certo non per tutte quelle ore.

Una bellissima esperienza, la montagna di notte è speciale ma d’inverno ha un fascino particolare.

Luoghi sconosciuti per me. Lo scorso anno ne avevo fatto solo una parte ma in condizioni molto differenti.
L’inconveniente più grosso è stato intorno ai 100km quando ho rotto lo sci, strappando il puntale dell’attacco. Non ci potevo credere! Ho chiamato in soccorso il grandissimo e super paziente Mario Sterli: “Procurami uno sci! Qualsiasi! Io voglio arrivare in fondo!!!”

Mario si è messo alla ricerca e nel frattempo io sono andata avanti con uno sci nello zaino. Mi ha raggiunto dopo un po’ con i suoi sci. Ero felice. Certo non erano leggeri come i miei ma non m’importava perché almeno potevo finire la gara! Non finirò mai di ringraziarlo per questo intervento provvidenziale.

Questo inconveniente mi aveva fatto perdere un bel po’ di tempo, quindi gambe in spalla: ho fatto soste molto brevi, massimo 15 minuti. Tutte però rigeneranti, soprattutto grazie alla gentilezza e alla cordialità del personale ai ristori che mi coccolava e mi dava la carica per ripartire.

Inevitabile la sofferenza ai piedi per tutte quelle ore con gli scarponi. Nonostante avessi credo scelto la soluzione migliore con calze molto leggere e piedi impregnati di ossido di zinco e vaselina era inevitabile che si formassero delle fiacche. Ho preferito non togliere mai gli scarponi. Temevo che non sarei più riuscita a rimetterli, meglio convivere con quel sottile strato di bolle che si spostavano qua e là a seconda della posizione.

Non mi sono mai sentita sola, nonostante abbia passato così la maggior parte del tempo. Molto mi ha aiutato vedere le tracce delle scarpe del concorrente davanti. Sapevo di essere sulla strada giusta.

Spesso ho incrociato personale del soccorso e dell’organizzazione, davvero eccellenti.

E non avevo paura, anche nei punti più difficili in cui davvero si rischiava un po’. Effettivamente un bel volo di faccia l’ho fatto, ma per fortuna non ho rotto la frontale.

La fine poi è stata veramente una prova di cocciutaggine, ho sempre avuto l’incubo di veder comparire all’ultimo una frontale che mi seguiva e ho tirato fuori le energie di riserva.

Ci tenevo troppo. Sapevo che chi mi seguiva era nettamente più forte di me, ma ci ho voluto credere, fino in fondo.

 

Ringrazio Marco, Mario e Paolo per aver ideato questa avventura meravigliosa.

Ringrazio il team Oxyburn per avermi permesso di partecipare.

E i miei genitori che hanno aspettato al traguardo fino alle 4 di notte e chi mi ha seguito da lontano fino a quell’ora.

 

Indossavo:

OxyBuff

Pantalone Hose 3/4 5070

Calze Run EvoSmart-HD 1340

Maglia Sky-Race 5060

 

Marta Poretti