Arriva un giorno in cui decidi di prendere per mano tutte le tue paure per affrontare l’impresa della vita. Questo è stato il mio Tor des Géants, al via lo scorso 8 settembre: 330 km di corsa sui sentieri delle Alte Vie 1 e 2 della Valle d’Aosta con partenza e arrivo a Courmayeur e 24mila mt di dislivello positivo complessivo, passando per Cervino, Gran Paradiso, Monte Rosa, Monte Bianco e Grand Combin.
La gara entra nel vivo a La Thuile con i primi due colli sui 3mila mt, mentre sopraggiunge a Valgrisanche la prima notte, insieme a un pasto caldo e al cambio. In queste sfide la cura dell’abbigliamento è fondamentale perché le condizioni meteo sono molto difficili. Per questo per il mio equipaggiamento ho scelto Oxyburn con la maglia Halny, fondamentale per mantenere l’addome protetto anche in giornate soleggiate ma con aria fredda, e la maglia Mistral, in grado di proteggerti e mantenere il corpo al caldo lasciando traspirare l’umidità, anche nella versione a maniche corte. D’abitudine uso pantaloni molto corti in estate ma sulle lunghe distanze preferisco sostenere la muscolatura con gli shorts Kylyàn, la cui compressione è davvero rigenerante.
Con un freddo ancora più intenso supero il temuto Col Loson fino a Cogne. Dopo 106 km raggiungo il Lago Miserin, il Rifugio Dondena e Champorcher. Proprio quando il morale viene meno sono a Donnas, dove trovo tanti amici a incitarmi. Affronto il sentiero verticale da Pont Saint Martin a Perloz, poi la salita al Rifugio Coda, ma la pendenza non consente un buon passo. Al Rifugio Barma, con 205 km nelle gambe, decido di riposare. Ripartita da Gressoney entusiasta per la salita al Colle del Pinter, perdo tempo nel cercare il sentiero.
All’alba del terzo giorno a Champoluc mi ritrovo presto sulla discesa verso il Rifugio Magià con 270 km percorsi. La terza donna spagnola perde vantaggio, ma dietro di me la giapponese recupera minuti. Al Colle del Malatrà mi concedo un ultimo ristoro al Rifugio Frassati. Da qui ricordo solo la finish line, che varco dopo 96 ore 55 minuti e 5 secondi come terza classificata travolta dalla stanchezza e dall’emozione. Questo è stato il mio Tor des Géants e l’ho vissuto a modo mio. Facendo l’ordinario in modo straordinario.