di Cesare Monetti
Una strada che s’impenna e che ha oltre duecento anni di storia, paraccari d’estate, muri di neve in inverno, 40 tornanti stretti e da brividi, oltre 1500 metri di dislivello, una serpentina d’asfalto lunga, guarda caso, ben 21,097km. È la Bormio-Stelvio che si è corsa questa domenica 12 luglio e la campionessa assoluta veste Oxyburn. Ivana Iozzia, pluricampionessa italiana di maratona e azzurra di corsa in montagna, calzettoni lunghi 1480 con il terzo e massimo livello di compressione nero-verdi, t-shirt nera smanicata traspirante sempre a compressione per il massimo comfort 5050 Twenty-one e poi due gambe da paura che spingono sempre a tutta, e poi ancora due polmoni che sembrano non aver mai finito l’ossigeno.
Da Bormio fino alla cima Coppi, lassù allo Stelvio al confine con il cielo in 1h51’28”, record del percorso, anche se già gli apparteneva, fissato nella sua ultima partecipazione e vittoria due anni fa. “Avrei voluto farla anche l’anno scorso, ma proprio in quei giorni venne a mancare mio padre – ammette subito Ivana – Ma quest’anno nonostante avessi ancora nelle gambe i 42km del mondiale di lunghe distanze di Zermatt corsa settimana scorsa ho voluto esserci. Ho voluto provare, ho voluto fare un allenamento tosto ed è andata più che bene”.
Fare un allenamento e fissare il record del percorso, mica male: “Sì vero, davvero felice perché sto bene fisicamente e cercherò di sfruttare questo periodo di forma anche domenica prossima 19 luglio al campionato italiano di corsa in montagna al Fletta Trail. Un percorso up e down, che forse si addice ancora di più alle mie caratteristiche di stradista”.
Già perché passare dall’asfalto alla montagna, sempre ad un livello altissimo, non è così semplice e scontato: “Mi accorgo sempre più di soffrire i ‘muri’ in salita. È stato così anche al Mondiale a Zermatt dove ho parecchio faticato nelle salite tra il 25esimo ed il 31esimo così come nell’asperità degli ultimi tre chilometri. Mi accorgo invece di valere molto di più delle mie avversarie e di recuperare parecchio nei pezzi più corribili, quelli in piano. Questo ovviamente perché ho nelle gambe ancora la velocità delle maratone. Devo e dovrò lavorare tanto sulla forza e crescere nelle salite. Al mondiale ho avuto anche i crampi nelle salite, la volontà è massima e arriverò a essere una vera specialista delle montagne”.
Settima al mondiale, prima alla Bormio Stelvio, un campionato italiano alle porte ed infine la speranza è quella di essere convocata in settembre al mondiale di corsa in montagna di distanza classica, sugli 8-9km circa, che si terrà in Galles: “Si voglio provare a far parte della squadra, i campionati italiani di settimana prossima saranno selettivi ma non metteranno la definizione totale della squadra sia nel bene che nel male. Comunque dal mondiale di Zermatt siamo tornati con cinque medaglie, a livello personale ci avrei messo la firma per arrivare settima come ho fatto, anche se rimane un punto interrogativo sul non aver utilizzato le calze Oxyburn lunghe a compressione. Avevo paura del caldo e ho scelto quelle più basse le Running Track 1495. È un ‘se’…certo…ma avessi indossato quelle lunghe come alla Bormio Stelvio forse sarei salita sul podio iridato…”.
Mezza maratona maschile
1. Massimiliano Zanaboni (Valli bergamasche) – 1.40’07”83
2. Michele Belluschi (Daini Carate) – 1.42’01”18
3. Robin Trapletti (Lbm Sport) – 1.46’39”27
Mezza maratona femminile
1. Ivana Iozzia (Corradini Rubiera) – 1.51’28”00
2. Monica Carlin (GS Valsugana) – 2.02’58”46
3. Ana Nanu (GS Gabbi) – 2.05’46”11